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Ambroise Vollard. I Mercanti d'Arte

La barba corta sulle guance, il pizzetto sul mento, lo sguardo indecifrabile. Un abito elegante, la camicia bianca e il papillon. È il 1899 e Paul Cézanne decide di ritrarre così il famoso collezionista e mercante Ambroise Vollard. L’estrema semplificazione delle forme allude ad una approssimazione che è di fatto fittizia, dal momento che l’artista costrinse il committente a circa cinquanta lunghe sedute di posa.



Paul Cézanne, Ritratto di Ambroise Vollard, 1899.


Originario di Saint-Denis, Ambroise Vollard giunge a Parigi nel 1886. È l’anno dell’ultima esposizione degli Impressionisti e monsieur Gustave Eiffel si prepara ad avviare i lavori per quello che risulterà essere il suo progetto più fortunato. Parigi è il centro del mondo. Sbarcato nella capitale per completare gli studi di giurisprudenza presso l’École de Droit, Vollard si affaccia al mondo dell’arte lavorando come impiegato in una piccola galleria parigina chiamata L'Union Artistique. Il padre lo vuole notaio, ma Ambroise sembra assuefatto dalle opere esposte nelle vetrine che illuminano rue Drout e rue Rossini. È proprio in quel quartiere, precisamente in rue Lafitte, che, appena ventisettenne, aprirà la sua galleria.


Dopo un avvio decisamente infruttuoso, Vollard inizia gradualmente a farsi un nome tra i mercanti più attivi nella capitale francese. Non particolarmente ricco, Ambroise decide di puntare tutto sul suo carattere per penetrare silenziosamente nella rete di scambi, scandali e sgambetti che regolava le dinamiche del mercato parigino. Quando il mercante incontra Cezanne, nel 1894, il pittore sta ancora digerendo l’insuccesso del suo soggiorno nel cuore dell’’Île-de-France. Ritornato stabilmente in Provenza, l’artista passa le sue giornate en plein air ritraendo ripetutamente lo stesso soggetto. È questa dedizione ad affascinare Vollard che, dopo aver acquistato quasi l’intera produzione del pittore occitano, decide di esporne le opere nella sua galleria. È il 1895. La mostra si rivelerà un fiasco ma il riconoscimento non tarderà ad arrivare. Vollard non si è sbagliato e a confermarlo è il successo ottenuto da Cezanne al Salon des Indépendants del 1899 e al Salon d’Automne del 1904, dove gli viene dedicata un’intera sala. La critica è ora concorde nel ritenere il pittore un grande artista, il primo a capirlo è stato Ambroise.



Edmond Bénard, Ambroise Vollard, 1901-1910.


Quello che potrebbe apparire come un episodio fortunato non è altro che frutto di un intuito oggettivo che Vollard riconfermerà più volte di avere. Nello stesso periodo, infatti, il mercante si accorge della singolarità espressiva di uno sconosciuto pittore olandese le cui opere venivano vendute, ed esposte, unicamente dal commerciante Julien François “père” Tanguy. Nel 1895 e nel 1896, Vollard è tra i primi ad esporre sessanta dipinti di Vincent Van Gogh, morto suicida pochi anni prima. Sebbene la consacrazione del pittore maledetto avverrà solo nel 1924, con l’acquisto dei Girasoli da parte dalla National Gallery di Londra, è al lavoro di Ambroise Vollard e Johanna Bonger, vedova del fratello di Vincent, che si deve l’avvio del processo di sacralizzazione di una delle più grandi menti artistiche degli ultimi secoli.


Vollard si dimostra protagonista della felice stagione parigina e lavora accanto ad artisti come Manet, Gauguin e Renoir. È il 1901 quando Picasso, allora diciannovenne, espone le sue opere per la prima volta. A ospitarlo nella sua galleria è proprio Ambroise. Cinque anni più tardi, nel 1906, Vollard acquista per duemila franchi l’intera produzione del periodo blu di Picasso: uno dei suoi colpi più fortunati e la consolidazione di un legame professionale che si protrarrà per anni.


Capace di riconoscere meriti e meritevoli, Ambroise Vollard è uno dei più importanti mercanti d’arte di sempre. Esposizioni rivoluzionarie, biografie di artisti acclamati e ritratti commissionati ai più celebri maestri tracciano la vita di un uomo che, tra i primi, seppe apprezzare, promuovere e sostenere il lavoro di quelli che al tempo erano semplici artisti sconosciuti. Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Pablo Picasso, Paul Gauguin e Vincent van Gogh sono parte del suo lascito.

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