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Dall'ukiyo-e ai poster di Lautrec. Il Giapponismo come modello di convivenza.

Dieci anni dopo La Japanaise di Claude Monet, le immagini del mondo fluttuante influenzarono il linguaggio di Henri de Toulouse-Lautrec che, nel 1888, dipinse il Ritratto di Lily Grenier (Fig.1). Il riferimento all'opera di Monet è evidente: il kimono, ancora una volta, è il cuore della composizione. La presenza di un capo di abbigliamento tradizionale giapponese è, come già detto negli articoli precedenti, una prova della contaminazione culturale causata dal Giappone. Tuttavia, il Ritratto di Lily Grenier risulta essenziale anche per analizzare l'influenza stilistica del Paese del Sol Levante nell'approccio creativo dell’artista di Montmartre.



Fig. 1 Henri de Toulouse Lautrec, Portrait of Lily Grenier, 1888.


Fig. 2 Utagawa Hiroshige, Kogane Plain in Shimôsa Province, from the series Thirty-six Views of Mount Fuji, 1858.

Se il kimono è da intendersi come omaggio iconografico alla cultura orientale, la disposizione dei colori e la composizione della scena sono il risultato di uno studio preciso dell'ukiyo-e. La posizione obliqua della donna, per esempio, deriva dalle stampe di Hiroshige, in cui i soggetti in primo piano sono solitamente posti lateralmente o parzialmente tagliati (Fig. 2). Inoltre, la scelta di dipingere uno sfondo colorato e dettagliato appare innovativa, considerando la tradizionale abitudine di utilizzare toni scuri per enfatizzare la figura ritratta. L'importanza dello sfondo è una peculiarità tipica dell’ukiyo-e e molti maestri giapponesi come Hokusai, autore della famosa serie Trentasei Vedute del Monte Fuji, erano soliti dedicare le loro stampe proprio agli elementi di sfondo.


L'influenza stilistica dell'ukiyo-e è ancora più esplicita nella produzione grafica di Lautrec. Allontanandosi dall'eredità romantica e dai limiti naturalistici, Lautrec venne sedotto dall’estetica dalle xilografie giapponesi. Memore, con ogni probabilità, dei ritratti di attori del teatro kabuki realizzati da Tōshusai Sharaku e Utagawa Toyokuni, il pittore francese seppe riproporre una serie di tredici litografie raffiguranti attori e attrici della Parigi della Belle Époque, dando particolare importanza agli abiti di scena e ai tratti fisionomici dei personaggi, riprendendo così un espediente tipico delle stampe yakusha-e.

Fig. 3 H. Toulouse-Lautrec, Divan Japonais, 1892-93; Fig. 4 Kitagawa Utamaro, The Chiyozuru Teahouse - Orise, 1794-95.

Le litografie realizzate nel 1896 per la serie “Elles” sono invece prova dall’influenza esercitata dal lavoro del celebre Utamaro, maestro indiscusso dell’arte bijinga. Rifacendosi infatti agli studi di donne, immagini erotiche, ritratti di beltà femminili e a tutte le opere del maestro giapponese riguardanti le cosiddette “case verdi”, Lautrec diede vita a una serie dedicata alla quotidianità delle prostitute parigine.


L’analisi della produzione grafica dell’artista francese permette inoltre di individuare numerose assonanze stilistiche con la corrente nipponica. Attraverso lo studio del valore simbolico della linea, dell’importanza del sintetismo, della resa spaziale e dei canoni prospettici orientali, l’artista realizzò un’innovativa serie di manifesti che, riallacciandosi alle teorie estetiche dell’arte giapponese, si allontanarono progressivamente dalla produzione tradizionale che vedeva in Jules Chéret il suo principale esponente.


Henri de Toulouse-Lautrec fu probabilmente il principale interprete del Giapponismo europeo. Fermo sostenitore della cultura orientale e capace di esplorare ogni dimensione dell’arte ukiyo-e, Henri si dimostrò un raffinato studioso dell’opera dei maestri del Sol Levante arrivando addirittura a riprodurre graficamente alcuni schizzi degli Hokusai Manga. Sebbene non vi siano numerose pubblicazioni in merito, analizzando i manifesti di Lautrec è possibile rintracciare esplicite citazioni dai bozzetti di Hokusai. Nei disegni realizzati tra 1894 e 1897 per la rivista Le Rire, per esempio, l’artista francese attinse direttamente da alcuni disegni del collega nipponico riguardanti le posizioni della danza e i movimenti dei lottatori di sumo. È forse questo l’aspetto più interessante della sua opera: la volontà di sperimentare, conoscere e assimilare quanto offerto dalla profittevole condizione di scambio reciproco che caratterizzò la seconda metà dell’Ottocento.

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Fig. 5 H. Toulouse-Lautrec, Jane Avril, 1893; Fig. 6 Katsushika Hokusai, Hokusai Manga - dance positions (detail), 1814-1878.

Fig. 7 H. Toulouse-Lautrec,"Brothers Marco - Alle Folies Bergère" , from "Le Rire" n.59, 1895; Fig. 8 Katsushika Hokusai, Hokusai Manga - sumo wrestlers (detail), 1814-1878.

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